Domanda: Umano = Artigiano?
Risposta: Anche nella società solarpunk del futuro si celebrano importanti festività. A dirla tutta, se ne festeggiano anche di più di ora: con la fine del produttivismo frenetico, le persone hanno più tempo per socializzare e rilassarsi.
Ora è Dicembre e la gente si prepara a celebrare una varietà di ricorrenze: Hanukkah, Yule, Natale, Kwanzaa e chi più ne ha più ne metta. La città solarpunk brulica di preparativi, tra chi decora la sua casa e il suo quartiere, chi prepara abbastanza cibo da sfamare un battaglione in vista dei numerosi banchetti comunitari e, chiaramente, chi pensa ai regali. Al contrario dello Stadio Terminale, le persone non sentono la pressione di dover dimostrare qualcosa spendendo un sacco di soldi per gli ultimi gadget e accessori di moda. La gente si prende il tempo di creare.
Qui Ginevra assembla una collana da materiali di recupero trovati nel bosco per sua nonna. Là Marcello fila compulsivamente mentre ascolta power metal: un amico pastore gli ha dato della lana di alpaca e lui la vuole regalare al suo compagno, patito della maglia. Lori, invece, è scarsu in termini di abilità manuale, ma per buona parte dell’anno ha accumulato crediti della Banca del Tempo badando ad animali domestici e bambini e posando senza vestiti per lezioni d’arte. Ora ha abbastanza crediti per poter chiedere ad un consorzio artigiano di confezionare un paio di stivali di Oleatex per la sorellina.
Le persone hanno imparato che quello che sono non passa solo per quello che possiedono e come spendono, e che l’affetto si dimostra più con la cura e il pensiero che con i soldi. Si festeggia e si crea con lentezza, assaporando il processo tanto quanto il risultato.