Domanda: Abbondanza sostenibile?
Risposta: Ogni anno da Aprile a Novembre, la città solarpunk si trasforma. Fiori, frutta e messi di ogni tipo compaiono su balconi e terrazzi e negli orti comunitari, nelle aiuole e negli interstizi, a volte persino sulle pensiline dei bus. La città magari non riesce ad essere completamente autosufficiente, e vive in stretta simbiosi con la campagna circostante, ma nella stagione giusta viene comunque investita da ondate di abbondanza.
I cittadini festeggiano con prodotti freschi, organizzando tavolate in orti e cortili in onore di volta in volta della fragola, del pomodoro o della zucchina, ma per la maggior parte c’è più cibo di quanto se ne possa mangiare anche in compagnia. I cittadini si riuniscono ancora, nei centri sociali di ogni rione e tirano fuori pentole a pressione, autoclavi, graticci, essiccatori e una quantità impressionante di vasetti di vetro e lavorano insieme per giorni, a volte settimane, trasformando quella cornucopia di abbondanza in passate, marmellate, e conserve varie. Trecce di aglio, festoni di peperoncini, mosaici di pomodori secchi adornano l’interno degli edifici e le dispense comunitarie scricchiolano sotto il peso di centinaia di vasetti debitamente etichettati.
Tutto intorno, educatori e animatori, aiutano i più piccoli a partecipare insieme ai loro adulti, oppure a tenersi occupati mentre gli adulti lavorano. C’è anche qualcuno che suona la chitarra, per intrattenere i lavoratori. Sembra praticamente una festa. Più in là, un gruppo di artisti usa bucce, semi e altri scarti per produrre pigmenti e tingere filati di ortica, lino e canapa. Le pile di compost straripano di nuovo materiale. Tempo primavera prossima, sarà pronto per supportare nuovi raccolti.
Nella città solarpunk l’abbondanza non va mai sprecata, va condivisa con tutti.